Quarta d’autore N°7

 

 

 

Matteo De Giuli presenta Le labrene

Animali veri eppure fantastici abitano i racconti di Tommaso Landolfi. Sono presenze perturbanti, simboliche, spettri della mente che si modellano attorno alle ossessioni dei protagonsti e assumono fattezze ferine. Prendiamo le labrene, i piccoli rettili che infestano la casa del narratore nel racconto che dà il titolo a questa raccolta. Le labrene non sono altro che i comuni gechi, eppure le labrene sono anche molto di più: esseri repellenti e arcani, mostriciattoli minacciosi e dal potere immenso, capaci di uccidere chiunque abbia la sciagura di toccare le loro squame. E muore, il narratore, proprio quando sfiora per fatalità una labrena, nel tentativo di scacciarla. Si risveglia da cadavere, a terra, immobile, muto. Imprigionato in quel corpo esanime, riesce però lo stesso a sentire le voci di casa e poi quelle del proprio funerale, le parole dei cari, e della moglie, che prima lo compiangono e poi pensano subito a dimenticarlo, progettano il futuro, le loro nuove vite. Ma è morto davvero, il narratore, o stiamo attraversando assieme a lui il suo delirio allucinatorio?

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