Pubblichiamo il saggio di Paolo Zublena La mistificazione virtuosa (o quasi). Il “caso” Landolfi secondo Sanguineti, che si trova in Edoardo Sanguineti e il gioco paziente della critica. Scritti dispersi 1948-1965. Con un’appendice di contributi su Sanguineti critico, a cura di Gian Luca Picconi e Erminio Risso, Milano, Edizioni del Verri, 2017, pp. 296-312. Il saggio di Zublena, recita l’abstract, ripercorre “il lungo itinerario critico di Edoardo Sanguineti a proposito di Tommaso Landolfi, cercando di delineare le tappe dell’interpretazione (in primo luogo politica) sanguinetiana e i motivi dell’interesse suscitato in Sanguineti dal manierismo landolfiano”. Ringraziamo l’autore e l’editore per averci permesso di pubblicare questo saggio.
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Le due locandine dell’evento durante il quale si inaugurerà una mostra sui documenti dell’Archivio Landolfi e si presenterà il primo numero della rivista del centro studi, il volume dedicato a Idolina Landolfi e la recente pubblicazione di Del meno.

 

All’interno della collana “Note azzurre” dell’editore Quodlibet, è uscito il primo numero della rivista del Centro Studi Tommaso e Idolina Landolfi. La rivista è acquistabile sul sito dell’editore al seguente indirizzo (https://www.quodlibet.it/libro/9788822910295) e sui principali store online.

Di seguito l’indice del numero e la presentazione della rivista.

Presentazione

“La rivista che oggi riprende le pubblicazioni è intesa, fin dal titolo, come prosecuzione ideale del bollettino pubblicato a suo tempo con cadenza annuale dal Centro studi landolfiani, che aveva come ideatrice e principale animatrice Idolina Landolfi, scomparsa prematuramente nel 2008. «Diario perpetuo» è stato il titolo di una rubrica che Tommaso Landolfi teneva sul «Corriere della Sera» negli ultimi e contrastati anni della sua carriera. L’accento cadeva per l’autore sul carattere autobiografico della sua letteratura, che non solo attingeva alla vita corrente gli argomenti delle sue divagazioni, ma replicava di quella l’andamento imperfetto e frammentario, in un rapporto d’interrogazione «senza fondo» che era il tratto caratteristico della sua ultima produzione. Assumendo per il bollettino questa denominazione, Idolina alludeva a un impulso di ricerca e d’interpretazione potenzialmente infinite dell’opera del padre, a una crescita di conoscenza che accompagnasse “in diretta” l’avvicendarsi degli stili interpretativi e delle scuole letterarie. Con la più grande libertà e con quel margine di errore e provvisorietà contenuto in ogni impresa calata nel tempo. Dopo circa dieci anni e in una veste diversa, con l’apporto della Associazione Tommaso e Idolina Landolfi costituitasi nel frattempo presso l’Università di Siena, questa pubblicazione si propone di riprendere il discorso, nella speranza di contribuire a una sempre maggiore diffusione e conoscenza di un’esperienza letteraria di straordinario rilievo nel nostro Novecento.”
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Proponiamo qui una parte del saggio di Michele Mari su Tommaso Landolfi, incluso nella raccolta I demoni e la pasta sfoglia (Il Saggiatore, Milano, 2017). Il saggio è apparso originariamente nel volume La Liquida vertigine: atti delle Giornate di studio su Tommaso Landolfi (Olschki, Firenze, 2002) con il titolo Tre forme della fantasia landolfiana e ripubblicato per Il Saggiatore in una forma differente. Il brano che qui presentiamo si riferisce alla prima di queste tre forme e si muove intorno al tema della “casa”. Ringraziamo l’editore e l’autore per averci concesso la possibilità di pubblicare questo estratto.
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Per i dieci anni dalla scomparsa di Idolina Landolfi (1958-2008) si è tenuta a Firenze la manifestazione “Incandescente la mia scrittura. Su/Per Idolina Landolfi (16-24 maggio 2018)” organizzata dall’Archivio per la memoria e scrittura delle donne in collaborazione con l’Università degli Studi e l’Archivio di Stato di Firenze e con la Commissione delle Pari Opportunità della Regione Toscana. Nel corso delle giornate si è svolto un Seminario di studi e si sono tenute letture dall’opera di Idolina a cura della Plantago Associazione Culturale. Dal seminario è nato il volume “Quando ero mio padre”. Su/Per Idolina Landolfi curato da Ernestina Pellegrini e Diego Salvadori (Firenze, Florence Art Edizioni, 2018). Si riporta di seguito la quarta di copertina.
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